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Roncalli, il "papa turco"

seminario internazionale a Milano

"Papa Roncalli è ricordato in tutto il mondo, ed è amato anche in Turchia, soprattutto nella comunità ebraica e cattolica. La pubblicazione di nuovi libri e le iniziative in vista della sua canonizzazione consentiranno anche ai più giovani di apprendere il suo messaggio di fratellanza universale". È l'auspicio di Rinaldo Marmara, portavoce della Conferenza Episcopale di Turchia e storico del Vicariato apostolico di Istanbul, autore del volume Giovanni XXIII amico dei Turchi, che esce in questi giorni per i tipi di Jaca Book, tradotto a tredici anni di distanza dall'edizione francese. 
La presentazione del volume, organizzata lunedì 28 ottobre dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in collaborazione con l'Associazione interculturale Alba, è stata l'occasione per approfondire con l'autore, lo scrittore turco Cemal Ussak, Vittorio Robbiati Bendaud della Fondazione Maimonide e alcuni docenti dell'ateneo - Paolo Branca, Luigi Franco Pizzolato, Giorgio Aldo Del Zanna - il periodo di circa dieci anni (dal '35 al '44) trascorso a Istanbul da Monsignor Angelo Roncalli in veste di Delegato Apostolico di Turchia e Grecia

L'incarico è delicato, non solo perché Roncalli arriva in un momento di forti tensioni tra le comunità religiose del Paese della Mezzaluna e il governo laicizzatore di Kemal Ataturk. L'ortodossia vaticana attribuisce al rappresentante della Santa Sede la tutela dei cattolici sul territorio, "ma Mons. Roncalli concepisce il ruolo in maniera anomala. - ha spiegato il professor Pizzolato - Rappresentante del Signore più che del Vaticano, Roncalli ha a cuore la tutela della fede e del sentimento religioso di tutti i credenti. La carità è il fondamento della sua missione, improntata all'aiuto delle persone in difficoltà, anche a costo di apparire ingenuo, o di essere considerato un diplomatico inconcludente". Con queste premesse, nella Turchia multiconfessionale alla vigilia del secondo conflitto mondiale, prende avvio attraverso piccoli "passi di simpatia e prossimità umana" il percorso di dialogo ecumenico che porterà al Concilio Vaticano II, ufficialmente aperto da Papa Giovanni XXIII nell'ottobre del 1962.

Quelli trascorsi sul Bosforo, sottolinea il professore del Zanna, sono gli anni dell'introduzione della lingua turca nelle celebrazioni liturgiche, nonostante le molte resistenze; dell'apertura alle altre confessioni religiose - il "trialogo religioso" (secondo la definizione del professor Paolo Branca) tra cristiani, ebrei e musulmani; di una visione ecclesiale nuova, che alla centralità preferisce la sinodalità intesa come rinforzo della chiesa locale. 
Uomo di pace, avverso a qualsiasi forma di proselitismo, Mons. Roncalli non fa mancare in questi anni il suo aiuto ai più deboli. Prosegue i rapporti con gli armeni, intrapresi ai tempi in cui era stato visitatore apostolico in Bulgaria. Interviene presso la Santa Sede a favore delle vittime della fame in Grecia durante l'occupazione nazifascista. Nel '43 non esita a scrivere a re Boris III di Bulgaria pregandolo di disobbedire agli ordini di Hitler e di aiutare i profughi ebrei del suo Paese. Grazie all'interessamento di Roncalli, una nave carica di bambini ebrei in fuga da Costanza riesce a ottenere da Ankara l'autorizzazione ad attraversare i Dardanelli e giungere finalmente in un porto sicuro. I diari di Roncalli, le testimonianze, i documenti accessibili a oggi - quelli del quinquennio '40-'45, ci dice Marmara, non sono ancora consultabili - raccontano dei molti episodi di soccorso agli israeliti, "parenti e concittadini di Gesù", in fuga dalla barbarie nazista.

Con Roncalli, la Chiesa impara a incontrare senza pregiudizi né esclusioni il mondo degli altri. La sua azione, capace di profonde innovazioni nel rispetto delle tradizioni, ha lasciato ricordi pieni di riconoscenza anche in Turchia. Dopo l'intitolazione di una strada a Istanbul, tutto il Paese si prepara a rendere omaggio nell'anno della sua canonizzazione all'uomo che qui tutti chiamano "il papa turco". 

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