Vent'anni fa veniva distrutto lo Stari Most, il Ponte Vecchio di Mostar, città della Bosnia-Erzegovina. Il ponte, costruito nel 1557, era il simbolo della convivenza interetnica e fu bombardato per la prima volta dai serbi nel 1992. Un anno dopo, esattamente il 9 novembre 1993, sei croato bosniaci della Comunità di Herceg Bosna diedero l’ordine di abbatterlo, dichiarando che “quelle pietre” non avevano nessun valore. Con la distruzione dello Stari Most la città fu divisa in due, divenendo il simbolo della frammentazione etnica: da una parte rimasero infatti i quartieri cattolici dei croati, dall'altra le case dei bosniaci musulmani. Il ponte di Mostar è stato ricostruito nel 2004 e riconosciuto dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.