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Focherini, lettere dalla prigionia

di Maria Peri

Una lettera di Focherini

Una lettera di Focherini

Maria Peri, nipote di Focherini
Per info e contatti: [email protected]


A quasi 20 anni dalla prima edizione, le lettere scritte da Odoardo Focherini durante i mesi di internamento e deportazione tornano nelle librerie, per essere lette e meditate.
Il volume raccoglie 166 lettere e biglietti – per la maggior parte clandestini - che Focherini ha fatto pervenire alla famiglia dal carcere di S. Giovanni in Monte a Bologna e dai campi di concentramento di Fossoli, Bolzano ed Hersbruck.

Sono la sua ultima forma di resistenza alla oppressione nazi-fascista che lo aveva più volte messo in difficoltà sia come direttore amministrativo del quotidiano cattolico “L’Avvenire d’Italia”, che per il suo impegno nella creazione e gestione di una rete di salvataggio per gli ebrei perseguitati.

Il suo essere uomo libero lo ha reso inviso al regime ed il suo arresto – avvenuto per mani dei
fascisti di Carpi (Mo), la sua città – lo ha condotto verso la morte avvenuta il 27 dicembre 1944, a 37 anni.

Il suo carattere lo ha portato a impegnarsi profondamente in quello che faceva, per quello che amava: la sua famiglia, composta dalla moglie Maria Marchesi e dai sette figli; il lavoro di
agente poi ispettore per la Cattolica Assicurazione; l’impegno nel laicato, in tante associazioni, ma soprattutto per l’Azione cattolica di cui diviene anche presidente diocesano; il ruolo di amministratore per “L’Avvenire d’Italia”; la sua attenzione alle persone più in difficoltà.

In quella vita così ricca di impegni e responsabilità non c’è ombra di chiusura, di isolamento, ma sempre una grande apertura alla vita e all’umanità. La fede lo ha portato a vivere concretamente il passo del Vangelo di Giovanni che dice “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13). Odoardo ha messo in gioco la sua vita per alcuni amici, conoscenti ma anche sconosciuti che bussavano alla porta di casa sua, che incontravano la moglie ed i figli. A nessuno è stato detto di no. Nessuno – ricordava un caro amico – lo ha incontrato invano.

La pubblicazione della lettere su scala nazionale ci dà l’occasione di incontrare questo uomo in un periodo di grande e crescente difficoltà, di dubbi e incertezze, di timori e oscurità. Ma emerge la figura di un Giusto che ha scelto il bene e che continua a farlo da carcerato e deportato: anche in quei tragici contesti continua a salvare la sua dignità salvando alcuni compagni dalla disperazione e dalla morte.

Gli scritti ci restituiscono un uomo innamorato, nostalgico delle piccole-grandi cose della quotidianità, sicuro della propria innocenza e di aver fatto la scelta giusta; ci danno un sentore della sua fede che si esprime nella carità e nella speranza.

Focherini - riconosciuto da Israele Giusto tra le Nazioni (1969), dallo Stato italiano Medaglia d’oro al merito civile e beato dalla Chiesa cattolica - torna a parlare alle nostre coscienze, ad invitarci alle virtù quotidiane della bontà, della generosità senza ipocrisie, del frutto che muore portando molto frutto.


Le lettere di Odoardo Focherini sono state pubblicate nel volume Lettere dalla prigionia e dai campi di concentramento (Edizioni Dehoniane), a cura di Ulderico Parente, Maria Peri e Odoardo Semellini. Gariwo ringrazia Maria Peri per il prezioso materiale fornito alla redazione

25 novembre 2013

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